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8 ATTUALITà
l’approccio al B.I.M. non può e non deve essere solo ed esclusivamente un obbligo legislativo, co- me invece purtroppo si sta rilevando, ma un cam- bio di passo, di modalità operativa, di mentalità di progettazione e programmazione per la gestione del patrimonio edilizio sia esso relativo alle nuo- ve costruzioni che al recupero e restauro del pa- trimonio edilizio esistente.
I professionisti che capiranno l’importanza di fa- re proprio un modello di progettazione e gestio- ne del patrimonio edilizio secondo la metodolo- gia B.I.M. saranno in grado di poter vincere le sfi- de che un mercato sempre più globalizzato ci po- ne giornalmente.
un mercato globalizzato che oggi ci permette di effettuare una progettazione per una villa da co- struire a Miami (florida-usA) senza mai essere andati sul posto, interagendo con altri professio- nisti dislocati nei posti più disparati della terra e scambiandoci informazioni attraverso i file di in- terscambio che il processo BIM ci mette a dispo- sizione nella piattaforma collaborativa. sì, perché dal 2017 ad oggi non solo si è evoluto il forma- to IfC (Industry foundation Classes), in questo momento si sta lavorando alla versione 4.2 det- ta bridge, ma anche le leggi e le norme italiane sono state emanate ed implementate. Andiamo per ordine.
ChE COSA è IL B.I.M.?
Il Building Information Modeling (B.I.M.) è una metodologia che consente di creare un model- lo digitale virtuale, mediante l’utilizzo di software BIM Authoring, contenente i dati della geometria, dei materiali, delle strutture, della sicurezza, del- le prestazioni energetiche, degli impianti, dei co- sti di realizzazione, di manutenzione e di dismis- sioni dell’opera.
Con il BIM è possibile quindi creare un modello digitale virtuale o digital twin interdisciplinare e condivisibile da tutti gli attori che, per qualsiasi motivo, avranno modo di intervenire nell’opera fin dalle fasi di progettazione per proseguire nella fa-
se di costruzione, manutenzione e fino alla sua demolizione e dismissione.
ChE COSA è uN MODELLO VIRTuALE DIGITALE O DIGITAL TwIN?
Il modello digital twin o modello del gemello digi- tale è una replica digitale di un’entità fisica.
Il concetto di “digital twin” veniva espresso per la prima volta nel 2001 da Michael grieves (Chief scientist for Advanced Manufacturing presso il florida Institute of technology) durante il corso di Product Lifecycle Management (PLM) presso l’università del Michigan il quale sosteneva che il digital twin fosse l’equivalente virtuale e digitale di un prodotto fisico.
In Italia già il codice dei contratti aveva introdot- to all’articolo 23 “i metodi e strumenti elettronici specifici di modellazione per l’edilizia e le infra- strutture” e successivamente il 2 dicembre 2017 veniva adottato il Decreto Ministeriale M.I.t. n. 560 che definiva, in attuazione dello stesso arti- colo 23, per gli appalti e le concessioni di lavori, le modalità e i tempi di progressiva introduzione, da parte delle stazioni appaltanti, delle ammini- strazioni concedenti e degli operatori economi- ci, dell’obbligatorietà dei metodi e strumenti elet- tronici, e individuava gli adempimenti prelimina- ri delle stazioni appaltanti e i contenuti informati- vi del capitolato.
Il D.M. 560/2017 introduceva all’articolo 2 alcu- ne nuove definizioni, come già previste dalle nor- me UNI 11337-1, e in particolare la definizione di “ambiente di condivisione dei dati” di fondamen- tale importanza per la gestione e condivisione di tutti i dati in ambiente B.I.M.
l’articolo 3 subordinava l’utilizzo dei metodi infor- matici (B.I.M. e ACDat) all’adozione di un piano di formazione del personale delle stazioni appaltanti e di un piano di acquisizione e manutenzione de- gli strumenti hardware e software di gestione digi- tale entro le date previste dall’articolo 6.
l’articolo 4 introduceva una ulteriore novità: “Le
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