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l’impegno e la serietà con cui Raffaello vole- va condurre tali indagini fanno di lui uno storico dell’architettura, un restauratore e un topografo. se la prima parte della Lettera ha dunque natura prettamente letteraria, nella seconda emerge l’artista e, per la precisione, l’architetto, laddove fissa le modalità tecniche con cui aveva deciso di procedere al rilievo. Il grandioso progetto di ri- sistemare i monumenti all’interno di una carta to- pografica di Roma antica, partendo dal periodo regio fino a quello augusteo, avrebbe preso l’av- vio proprio dai rilievi cartografici che voleva rifa- re in base a nuove misurazioni con “un istromen- to tondo e piano, come un astrolabio; il diame- tro del quale sarà due palmi o più, o meno, come piace a chi vuole adoperarlo: e la circonferenza di questo istromento si partirà in otto parti giuste, ed a ciascuna di quelle parti si porrà il nome d’u- no degli otto venti; dividendola in trentadue altre parti picciole, che si chiameranno gradi”. si trat-
ta, quindi, di un cerchio graduato con bussola al centro e alidada per traguardare. Il diametro del cerchio sarà di due palmi romani (circa 50 cm) e la circonferenza è divisa negli otto venti princi- pali – come era consuetudine della rosa dei ven- ti marinara – però ciascun ottavo (o vento) era di- viso in 32 gradi. l’intera circonferenza era divisa, quindi, in 32 x 8 = 256 gradi (un grado di Raffael- lo corrisponde a circa 1° 25’ dei nostri sessagesi- mali). Poi passa a spiegare come si esegue il rile- vamento, ossia orientando lo strumento a nord e leggendo di quanti gradi si discosti l’allineamento del muro che si vuole rilevare; poi si misura diret- tamente detto tratto di muro (in pertiche, canne e palmi); si posiziona lo strumento sull’altro estre- mo della linea traguardata e si ripetono le opera- zioni fino a misurare tutto il perimetro dell’edificio. Raccolti questi dati, saranno riportati su carta, in scala, tramite una riga graduata e un goniometro diviso in 256 gradi come lo strumento.
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